Fintech e intermediari italiani: effetti sull’organizzazione e aree di business

Il presente post offre una sintesi della quarta indagine conoscitiva Fintech nel sistema finanziario italiano – condotta dalla Banca d’Italia nel 2023 e pubblicata il 12 aprile 2024 – con particolare riferimento ai risultati emersi dei progetti di innovazione tecnologica-finanziaria degli intermediari italiani relativi agli aspetti di governance e alle principali aree in cui si sono sviluppate le iniziative fintech. In tale contesto, emerge che gli intermediari che sfrutteranno al meglio le potenzialità fintech come capacità di adattamento e innovazione dei loro modelli di business saranno più preparati ad affrontare le sfide future in un ecosistema sempre più competitivo e digitale.

 

Ad aprile 2024 sono stati pubblicati i risultati della quarta indagine conoscitiva Fintech nel sistema finanziario italiano, condotta dalla Banca d’Italia nel corso del 2023 (“Indagine Fintech”).

La rilevazione ha riguardato i progetti fintech intesi come le iniziative di investimento, intraprese dagli intermediari, incentrate sull’innovazione tecnologico-finanziaria per generare nuovi processi, prodotti, servizi e modelli di business. Le principali tecnologie utilizzate nelle iniziative di investimento riguardano (i) le piattaforme web e mobile (20,5%); (ii) l’intelligenza artificiale, o AI (16,5%) e (iii) le Application Programming Interfaces, o API (14,9%).

Ai presenti fini si evidenziano di seguito gli effetti dei progetti di innovazione tecnologica-finanziaria con particolare riferimento agli assetti di governance e organizzativi e sulle caratteristiche delle principali aree di business in cui i progetti degli intermediari si sono sviluppati.

Relativamente al primo aspetto, si osserva che il 15% degli intermediari ha istituito una specifica unità organizzativa di gestione e coordinamento dei progetti di investimento a cui sono attribuiti compiti relativi ad esempio (i) alla selezione di società fintech e provider tecnologici con cui collaborare o di cui acquisire partecipazioni; (ii) alla sperimentazione e allo sviluppo delle tecnologie digitali nei processi aziendali; (iii) alla predisposizione di adeguati flussi informativi per i vertici aziendali; e (iv) al coordinamento di iniziative tra le diverse aree di business coinvolte.

Altri intermediari hanno invece adottato diverse soluzioni organizzative: in alcuni casi la funzione di coordinamento è affidata alla funzione IT (22,7%), in altri alla funzione organizzazione (7,7%) o al Consiglio di Amministrazione/Direzione Generale (7,7%).

Relativamente alle aree di business, le iniziative riguardano i seguenti macro-ambiti: intermediazione; pagamenti; operations; servizi di investimento e assicurativi; funzioni di controllo interno.

I progetti dell’area intermediazioni risultano molto eterogenei ma possono essere ricondotti a quattro specifici ambiti:

  1. digital lending, ossia l’erogazione di un prestito in modalità digitale e automatizzata. Quasi la metà delle iniziative di digital lending prevede la digitalizzazione dell’intero processo del credito mentre i restanti progetti automatizzano soltanto alcune fasi e riguardano principalmente:
  • l’onboarding digitale: ossia l’implementazione del riconoscimento a distanza tramite SPID, l’analisi biometrica e l’utilizzo della firma digitale;
  • il credit scoring: queste iniziative sono molto diverse tra loro; in generale si tratta di progetti basati su un sistema automatizzato per valutare le richieste di finanziamento della clientela che si basa sull’applicazione di metodi o modelli statistici o AI/ML (Artificial Intelligence/Machine Learning) per misurare il rischio creditizio;
  • la gestione degli NPL: l’innovazione tecnologica riguarda i processi dei crediti deteriorati (non-performing loans – NPL) e in particolare (i) lo sviluppo di piattaforme altamente automatizzate dedicate alla gestione degli Unlikey To Pay e (ii) l’impiego di Early Warning System per rafforzare il monitoraggio delle posizioni, anticipando il potenziale deterioramento creditizio della controparte;
  1. buy now and pay later (BNPL), ossia il servizio che consente al consumatore in modalità digitale e velocemente (c.d. instant lending) di acquistare un bene o servizio pagandolo a rate (rateizzazione) o a una data successiva a quella di acquisto (dilazione) in genere senza interessi;
  2. depositi e raccolta, ossia progetti che consentono l’apertura di conti correnti da remoto in combinazione con processi di riconoscimento digitalizzati della clientela;
  3. lending crowdfunding, ossia le iniziative che prevedono l’utilizzo di big data e API volti a rendere più efficienti le fasi di concessione e monitoraggio dei prestiti.

Le innovazioni in ambito pagamenti sono volte a sviluppare nuovi prodotti e servizi offrendo soluzioni di pagamento integrate, sicure e veloci e strumenti di cash management per la clientela retail e corporate. Tali progetti includono ad esempio gli ambiti relativi:

  1. al digital wallet – ossia i servizi a cui è possibile accedere tramite un dispositivo dell’utente per trasferire valore o per conservare o archiviare token di pagamento digitali (ad es. portafogli elettronici c.d. pass-through, organizzati e archiviati);
  2. ai pagamenti contactless e tokenizzati – ossia i progetti che si concentrano principalmente nello sviluppo delle stablecoin ancorate all’euro o di supporto all’euro digitale oppure nello sviluppo di piattaforme di acquiring multiservizio;
  3. all’instant payments – ossia le iniziative che consentono di effettuare pagamenti regolati entro dieci secondi dalla disposizione della transazione con disponibilità immediata da parte del beneficiario;
  4. ai trasferimenti peer-to-peer – ossia i progetti volti a offrire soluzioni che impiegano la blockchain per effettuare transazioni immobiliari di importo elevato e lo sviluppo di applicativi per lo scambio di denaro tra privati tramite dispositivo mobile;
  5. ai servizi di compensazione e regolamento – ossia iniziative per la riconciliazione dei flussi interbancari e lo sviluppo di piattaforme per la cessione crediti, la presentazione di fatture a sconto e i rapporti con le imprese di factoring;
  6. altro – ossia iniziative focalizzate sulla digitalizzazione di processi, tra cui (i) l’identificazione della clientela effettuata completamente online usando videoselfie o servizi come lo SPID; (ii) la sottoscrizione a distanza dei contratti mediante firma digitale; (iii) la tokenizzazione di carte di pagamento su dispositivi mobili.

L’area operations riguarda i progetti volti alla digitalizzazione e all’ottimizzazione dei processi interni con riferimento (i) al back office; (ii) al supporto alle funzioni interne dell’intermediario (business support) e (iii) all’assistenza alla clientela (customer support) per un miglioramento della comunicazione e dell’assistenza alla clientela attraverso, ad esempio, assistenti virtuali (c.d. chatbot) e sistemi di interazione a distanza con il cliente al fine di favorire il rapporto tra quest’ultimo e l’intermediario (video meeting). Le iniziative intraprese in questo ambito utilizzano soprattutto strumenti quali l’IA e la Robotic Process Automation (RPA).

I progetti dell’area servizi di investimento e assicurativo riguardano soprattutto lo sviluppo di piattaforme per migliorare i servizi di consulenza e gestione investimenti oppure i canali distributivi di prodotti e servizi. Nel caso dei servizi assicurativi i progetti riguardano anche lo sviluppo di prodotti assicurativi di tipo micro-instant, idonei cioè a coprire bisogni e aspettative particolari in contesti e momenti specifici (e.g., la copertura dei rischi collegati ai viaggi, allo sport e ai servizi di sharing).

L’area relativa al sistema dei controlli interni riguarda i progetti relativi agli ambiti: (i) AML – i progetti sviluppati sono volti al rafforzamento dei presidi in tale ambito con particolare riferimento all’adeguata verifica della clientela e al monitoraggio delle operazioni sospette; (ii) compliance – i progetti hanno l’obiettivo di monitorare nel continuo la normativa in modo da fornire alert nel caso di modifiche che impattano sull’operatività dell’intermediario; (iii) risk management – i progetti riguardano principalmente il rischio di credito oppure l’automatizzazione dei processi operativi sottostanti alla gestione dei rischi operativi e di mercato; e (iv) internal audit – i progetti riguardano l’utilizzo anche combinato della RPA, dell’AI e dei big data per, ad esempio, supportare l’attività di controllo delle check-list e dei dati.

In tale contesto, emerge che le aree di business cha hanno attratto le maggiori risorse economiche sono state quelle dell’intermediazione (43,7%) e dei pagamenti (39,4%). La maggior parte dei progetti è intrapresa nell’area operations che rappresenta infatti 1/4 dei progetti. Occorre infine evidenziare che una sezione dell’Indagine Fintech si concentra sulle modalità di realizzazione dei progetti fintech. Rispetto a tale aspetto, si può notare che le c.d. collaborazioni costituiscono la principale modalità attraverso cui gli intermediari realizzano le iniziative (44%). La produzione in house ricorre nel 28,8% e l’acquisizione diretta di servizi IT nel 27,2% dei casi.

Alla luce di ciò, appare chiaro che l’innovazione finanziaria resa possibile dall’innovazione tecnologica, può tradursi in diversi e nuovi modelli di business, processi o prodotti, ed anche nuovi operatori di mercato. L’utilizzo della tecnologia costituisce dunque un elemento necessario per rendere possibile l’innovazione finanziaria. Lo sviluppo fintech ha trasformato e sta trasformando radicalmente il panorama bancario, finanziario e assicurativo degli intermediari, portando a una revisione dei modelli di business tradizionali. Gli intermediari, per rimanere competitivi, sono chiamati ad abbracciare l’innovazione tecnologica e ad adottare approcci agili che rispondano alle esigenze – in continua evoluzione – dei clienti.

Ovviamente, questa trasformazione non è priva di sfide. Gli intermediari devono affrontare questioni legate alla sicurezza dei dati, alla compliance normativa e alla gestione dei rischi, assicurando al contempo che l’inclusione finanziaria rimanga una priorità. La capacità di adattarsi e innovare sarà cruciale per le banche e gli intermediari che vogliono prosperare in un ecosistema sempre più competitivo e digitalizzato.

In tale contesto, il fintech non solo offre soluzioni innovative, ma rappresenta anche un catalizzatore per una maggiore efficienza, trasparenza e accessibilità nel settore finanziario. Gli intermediari che sapranno integrare queste nuove tecnologie nei loro modelli di business saranno posizionati al meglio per affrontare le sfide future e soddisfare le aspettative di una clientela sempre più esigente.

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