Un Cern per l’intelligenza artificiale?

Il primo Rapporto annuale sull’intelligenza artificiale, elaborato dall’Osservatorio permanente sull’adozione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale istituito da Aspen Institute Italia in collaborazione con Intesa San Paolo, è stato presentato alla Camera il 26 giugno. Tra le proposte avanzate nel Rapporto, anche l’istituzione di un centro di ricerca europeo dedicato all’IA, sul modello del Cern per la fisica.

Il Rapporto sull’intelligenza artificiale esamina numerosi aspetti relativi allo sviluppo, all’applicazione e uso di essa, con particolare attenzione alle implicazioni etiche e regolamentari. L’IA offre opportunità uniche in termini di maggiore efficienza dei lavori d’ufficio e innovazione dei processi, servizi e prodotti. Molte, tuttavia, le questioni da essa sollevate. Tra queste, la sicurezza dei dati, la privacy, l’equità nell’accesso ai servizi e l’applicazione di norme di tutela, specialmente in contesti in cui si ricorre a quantità di dati sempre maggiori per elaborare i modelli intelligenti. Uno sguardo ottimista: l’IA dovrebbe avere un effetto positivo sul lavoro nel medio-lungo periodo, dopo un primo periodo di assestamento caratterizzato da sfiducia e preoccupazioni nei confronti della nuova realtà tecnologica.

Il Rapporto avanza alcune proposte per massimizzare i benefici dell’uso dell’IA. Si potrebbe istituire un centro di ricerca europeo dedicato a essa, simile al Cern per la fisica, che si concentri sia sulla ricerca avanzata e sull’elaborazione di standard tecnologici ed etici sia sulla formazione di talenti.

Alcune proposte anche per l’Italia. Il rapporto guarda con favore, da un lato, all’apertura di un fondo gestito da Cassa depositi e prestiti di 800 milioni di euro necessario per lo sviluppo di prodotti italiani e, dall’altro, alla defiscalizzazione di investimenti relativi alla formazione sull’IA, come suggerito dalla Strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. Inoltre, sarebbe auspicabile la creazione di un Osservatorio permanente che si ponga come riferimento autorevole sia per la formazione sia per la sua attuazione sostenibile. Esso consentirà all’Italia di avere una rappresentanza internazionale nelle sedi di standardizzazione e di policy making dell’IA. Sarebbe poi utile l’organizzazione di una conferenza internazionale per la discussione di regole condivise per suoi usi responsabili e benefici.

 

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