Franco Modigliani e l’orologio rotto di Corrado Gini

Franco Modigliani (Roma, 1918-Cambridge, 2003) è stato uno dei più importanti economisti italiani del Novecento. Nel 1939 si rifugiò con la sua famiglia negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione razziale (avrebbe ottenuto nel 1946 la cittadinanza statunitense) e qui si specializzò alla New School of Social Research di New York, dove fu allievo dell’economista russo Jacob Marschak. Insegnò poi nell’università dell’Illinois, al Carnegie Institute of Technology e infine al MIT di Boston. Fu nel 1985 il primo italiano insignito del Premio Nobel per l’economia. I risultati dei suoi studi incisero profondamente nella cultura economica del secolo scorso. Qui si riporta, dal libro che a cura di Paolo Peluffo ha raccolto i suoi ricordi, un passaggio emblematico, che spiega bene quale fosse la distanza che divideva sin dagli anni Cinquanta l’Italia della ricostruzione dagli Stati Uniti.

 

Un altro episodio emblematico risale a qualche tempo prima, durante un congresso di economisti internazionali che si svolse a Washington. In quell’occasione venni presentato proprio da Jabob Marschak al famoso professor Corrado Gini. Lo ricordo elegante, con il panciotto, che subito dopo avermi stretto la mano, e trovandomi evidentemente giovane, tirò fuori l’orologio dal taschino e mi disse: “Senta, ieri mi si è rotto l’orologio. Me lo potrebbe fare accomodare, per cortesia, e poi me lo fa recapitare in albergo?”. Io, che non potevo credere alle mie orecchie, gli risposi: “Certamente potrei farlo, ma forse è meglio che una cosa del genere la chieda al garzone della portineria in albergo”. Sembrò stupito e contrariato della mia risposta perché evidentemente quello era il tipo di relazioni che i professori italiani intrattenevano con i colleghi più giovani. Così si saggiava di che pasta eri fatto. Quanto eri in grado di subire pur di accattivarti la benevolenza del capo. Questa è una delle ragioni dell’insufficienza strutturale del sistema universitario italiano se confrontato con quello statunitense. È quella una delle origini profonde della crisi italiana. Perché una classe dirigente che è stata selezionata in base alla sua capacità di subire umiliazioni, non di avere amor proprio, è quella che non è in grado di guidare l’Italia.

Franco Modigliani, Avventure di un economista. La mia vita, le mie idee, la nostra epoca,  a cura di Paolo Peluffo, Roma-Bari, Laterza, 1999, pp. 191-192.