Paolo Emilio Taviani (1912-2001) fu un importante dirigente della Democrazia cristiana, più volte ministro in vari governi della Repubblica. Nelle sue memorie postume annota un incontro con il padrone della SIR Nino Rovelli: un tentativo di finanziare la corrente tavianea da parte dello spregiudicato imprenditore della petrolchimica. All’epoca (febbraio 1973) Taviani era ministro del Bilancio e della Programmazione economica in uno dei governi Rumor. Netto fu – così scrive – il suo rifiuto. Interessante la considerazione finale sulla impossibilità per una piccola corrente di risanare il partito.
Domenica, 25 febbraio 1973, Roma. Visita a casa mia dell’ing. Nino Rovelli. L’ing. Rovelli era venuto a propormi un finanziamento di cifre pesanti per la corrente tavianea. Il mio rifiuto fu reciso: se avesse voluto veramente offrire e non comprare e corrompere avrebbe dovuto trattare con il segretario del Partito. Ma chi gli aveva riferito che la nostra corrente era in difficoltà finanziarie?
Comunque questo episodio fu per me decisivo. Avevamo vinto la battaglia per le regioni; era ormai chiaro che la soluzione del grosso tema del divorzio si sarebbe risolta con il ricorso al referendum, senza stravolgere la stabilità del Governo. Avevamo compiuto importanti missioni. Realizzare il sogno di riportare il Partito alla trasparenza delle origini appariva troppo difficile per una corrente che, al massimo, avrebbe potuto raggiungere nei futuri congressi una rappresentanza del 15-18%.
Paolo Emilio Taviani, Politica a memoria d’uomo, Bologna, il Mulino, 2002, p. 335.