Nel testo si critica l’idea della recessione della globalizzazione e del ritorno dello Stato. Secondo alcuni autori, a causa di guerre e pandemie, si assisterebbe a un nuovo interventismo statale, con la chiusura delle frontiere, una riduzione delle catene globali del valore e un maggiore protezionismo economico. In realtà, la globalizzazione non si è fermata. Il reshoring è limitato ed è per lo più un nearshoring o un friendshoring. Il commercio mondiale è in crescita e alle sfide globali, come la pandemia, si risponde con un maggiore coordinamento internazionale. Lo Stato non si è ritirato prima e non è tornato oggi. Tuttavia, lo Stato è cambiato. Stato e globalizzazione, pur contrapponendosi, non vedono né un vincitore, né un perdente: è un processo win-win. Allo stesso tempo, la globalizzazione contribuisce a riformare lo Stato e gli Stati cercano forme di cooperazione tra di loro, rafforzando la spinta alla globalizzazione.
Stato e globalizzazione: chi vince e chi perde?
di Sabino Cassese