Le leggi, troppe e troppo spesso incomprensibili, il governo ingessato, i ministri talora inadeguati, il funzionamento imperfetto dello Stato, il personale quasi mai all’altezza, la lingua cavillosa e vacua, le procedure interminabili, la contabilità minuziosa ma spesso incapace di arrestare la corruzione, il conservatorismo di fondo. Insomma, i deficit della statualità italiana, giacché non basta emanare leggi: le norme, come scriveva già Montesquieu, sono come grandi reti capaci di catturare le mosche ma lacerate dalle ali degli uccelli. In questo libro Guido Melis propone una raccolta commentata di giudizi, analisi penetranti, interventi di studiosi e politici, polemiche, critiche e proteste, messe in ridicolo della burocrazia. Ma anche apprezzamenti e sagge proposte di riforma, idee nuove che per un attimo hanno prevalso e occasioni perdute per metterle in atto. Insomma, un viaggio volutamente non sistematico all’interno della questione istituzionale italiana, nell’intento di offrire, attingendo alla memoria del passato più o meno recente, motivi di riflessione su un problema apparentemente eterno e irresolubile.