A luglio 2023 la Francia attraverso un disegno di legge di riforma della giustizia ha emesso delle novità che rappresentano un rilevante passo avanti per “entrare” legittimamente senza rischiare censure nei cellulari personali. È così che i cittadini francesi che risultano sospettati per reati punibili con almeno cinque anni di carcere potrebbero vedersi entrare nella propria fotocamera o microfono e condividere inconsapevolmente foto, suoni e addirittura la propria posizione attuale con la polizia anche a distanza.
Con il termine privacy si intende il diritto alla riservatezza, che si traduce come “controllo sulle informazioni personali” spettante a ciascun individuo. La sfera personale e privata di ognuno è protetta ogni qualvolta si riescono a bloccare interferenze arbitrarie e quindi non autorizzate dal soggetto interessato. In altri termini ciò significa che tutte le informazioni personali che l’individuo non intende diffondere non dovranno essere condivise né tra altri privati né alle autorità senza il suo previo consenso. Concretamente la riservatezza in quanto tale è una libertà fondamentale, che si inserisce tra la congerie di quei diritti personali che sono riconosciuti dallo Stato ad ogni persona. Occorre ricordare che a differenza delle altre libertà essa è facilmente “attaccabile” sotto il profilo della sicurezza. La privacy, infatti, in quanto tale potrebbe essere facilmente violata se ad esempio un giorno si permettesse allo Stato di entrare liberamente e senza troppi vincoli all’interno del cellulare di un individuo, considerando che tale strumento al giorno d’oggi rappresenta il grande contenitore della vita privata di ogni persona.
Le preoccupazioni nascono quando non si considera come estremamente necessario proteggere le garanzie che l’individuo ha nei confronti dello Stato come, ad esempio, quelle che attengono alla vita privata, alla sua famiglia, all’onore, alla reputazione, alla corrispondenza privata e soprattutto alla sicurezza. A ciascun individuo, quindi, spetta il diritto di non vedersi violata la propria sfera intima e sensibile composta da tali ultime libertà che riguardano soprattutto anche la sua dignità umana. Libertà che sono concretamente violate in un mondo che segue i meccanismi del romanzo 1984 di George Orwell in cui tutti i cittadini subiscono interferenze arbitrarie ed illegali da parte dello Stato che lede qualsiasi libertà personale senza che il consenso del soggetto leso conti qualcosa.
Al fine di ampliare la sfera di interferenze possibili da parte dello Stato a luglio 2023 la Francia attraverso un disegno di legge di riforma della giustizia ha emesso delle novità che rappresentano un rilevante passo avanti per “entrare” legittimamente senza rischiare censure nei cellulari personali. La nuova disciplina prevede che i cittadini francesi che risultano sospettati per reati punibili con un trattamento sanzionatorio di almeno cinque anni di carcere, potrebbero vedersi entrare nelle fotocamere e microfoni dei dispositivi elettronici in loro possesso. Questo permette la condivisione anche a distanza totalmente inconsapevole di foto e suoni personali e addirittura della propria posizione attuale con le forze dell’ordine, legittimando in tal modo una totale intrusione in diretta degli spostamenti di ciascun individuo.
La riforma appena approvata, perciò, ha concretamente riconosciuto alla polizia che è impegnata ad indagare su taluni reati, la possibilità di geolocalizzare i telefoni di coloro che sono sospettati di crimini, giustificando l’intrusione con le esigenze di sicurezza sociale. In tal modo si è inteso affermare un’evoluzione che da tempo è in atto che riguarda una tecnologia sempre più invasiva e pervasiva.
Oltre a tali novità si sono previsti precisi confini finalizzati alla tutela del diritto alla privacy, che però secondo la critica non sono stati ritenuti abbastanza sufficienti. Si è deciso in primis di limitare lo spionaggio a distanza, attraverso un emendamento che cita che esso è attuabile solo “quando è giustificato dalla natura e dalla gravità del reato” e “per una durata strettamente proporzionale”. Inoltre, il periodo in cui un individuo può essere pesantemente sorvegliato non può superare la durata massima e inderogabile di sei mesi.
Nonostante la nuova legge francese abbia previsto questo tipo di controllo a cui la polizia viene abilitata senza eccessive limitazioni, la stessa d’altra parte prevede un rilevante limite “soggettivo”, difatti restano totalmente esclusi da tali invasioni tutti i dispositivi elettronici (tra cui tablet, smartphone e computer) che appartengono a personalità professionali cd. “sensibili” come avvocati, giudici e parlamentari, dottori e giornalisti.
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