“Everything is seen in China”, anche i dati degli utenti USA di TikTok, sembrerebbe

“Everything is seen in China,” avrebbe detto un membro del Trust and Safety Department di TikTok durante una riunione del 2021. Lo afferma un report di Buzzfeed News, che ha riaperto le preoccupazioni degli Stati Uniti sull’accesso della Cina ai dati degli utenti statunitensi del social media TikTok.

 

Un report pubblicato a giugno 2022 da Buzzfeed News (“Leaked Audio From 80 Internal TikTok Meetings Shows That US User Data Has Been Repeatedly Accessed From China”) ha riaperto i timori degli Stati Uniti sull’accesso da parte della Cina ai dati degli utenti statunitensi di TikTok, il celebre social media di video brevi. Questo solo poche ore dopo la pubblicazione da parte di TikTok di una rassicurazione verso gli USA proprio su questo tema (“Delivering on our US data governance”).

Per anni, TikTok ha risposto alle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati espresse da legislatori e utenti garantendo che le informazioni raccolte negli USA fossero archiviate nel Paese, e non in Cina, dove si trova la società proprietaria di TikTok, ByteDance. Secondo l’articolo di Buzzfeed News, invece, almeno quattordici dichiarazioni di nove diversi dipendenti di ByteDance indicherebbero che la società ha avuto accesso ai dati degli utenti USA tra settembre 2021 e gennaio 2022. “Everything is seen in China,” e gli ingegneri basati a Pechino hanno “access to everything”, avrebbe detto un membro del Trust and Safety Department di TikTok in una riunione del 2021.

 

Già nel 2019, il Comitato per gli investimenti esteri statunitense aveva iniziato ad indagare sulle implicazioni per la sicurezza nazionale della raccolta dati di TikTok. Nel 2020, l’allora Presidente Donald Trump aveva emesso due ordini che minacciavano di vietare l’uso di TikTok negli USA: esistevano prove credibile che ByteDance “potesse compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.Il divieto non è stato mai adottato, ma dalle tensioni è scaturito il Project Texas, un accordo tra TikTok e la piattaforma di servizi cloud Oracle che avrebbe dovuto distanziare sufficientemente TikTok da ByteDance. In base al progetto, alcune informazioni protette degli utenti americani (numeri di telefono e compleanni, ad esempio) saranno archiviate su server Oracle situati in Texas – e non saranno accessibili dalla Cina. Secondo Buzzfeed News,  la maggioranza dei casi in cui il personale con sede in Cina ha avuto accesso a dati di utenti americani si sarebbe verificata proprio nell’implementazione del progetto Texas, ovvero per capire come fermare l’accesso di dati. Infatti, “molte delle registrazioni audio rivelano le difficoltà dei dipendenti nell’individuare e bloccare i canali che consentono ai dati di fluire dagli Stati Uniti alla Cina”.

In una lettera del 27 giugno, alcuni senatori hanno chiesto chiarimenti a ByteDance sul report di Buzzfeed News. I dipendenti con sede in Cina hanno accesso ai dati degli utenti americani? Sono state condivise informazioni con il Partito Comunista Cinese? Se il PCC chiedesse accesso a questi dati, ByteDance potrebbe rifiutarsi di condividerli?

La risposta dell’amministratore delegato di ByteDance, Shou Zi Chew, sembra un’ammissione con rassicurazioni: ad oggi, dipendenti al di fuori degli USA – inclusi quindi quelli che operano in Cina – possono accedere a dati degli utenti di TikTok statunitensi; ciò, però, solo in “casi particolari”, e a seguito di  robusti controlli di sicurezza e di autorizzazioni supervisionate dal team di sicurezza che ha sede negli USA. Inoltre, grazie al Project Texas, i dati protetti degli utenti USA saranno archiviati nell’infrastruttura cloud di Oracle, e vi potrà accedere solo il personale autorizzato, secondo quanto sarà stabilito da protocolli sviluppati in collaborazione con il Governo americano. Quello cinese, invece, non avrebbe “alcun diritto specifico in relazione a nessuna entità ByteDance all’interno della catena di proprietà o controllo sull’entità TikTok”.

La lettera di Shou Zi Chew non ha convinto i senatori americani. Secondo la sen. Marsha Blackburn,  “La risposta di TikTok conferma che i nostri timori sull’influenza del PCC sulla società erano fondati”. In effetti, lo scorso agosto il governo cinese è entrato nel consiglio di amministrazione di ByteDance e ha acquisito l’1% della proprietà (“it was necessary for the purpose of obtainining a news license in China for several China-based content applications”, afferma la lettera di Shou), sollevando dubbi e interrogativi sull’influenza di Pechino su una delle app più popolari al mondo. A riguardo, la preoccupazione è che il governo cinese possa avere un impatto sul modo in cui ByteDance influenza il team statunitense sul funzionamento dell’algoritmo di TikTok, che raccomanda video a più di un miliardo di utenti. Secondo il senatore repubblicano Ted Cruz, TikTok sarebbe “un cavallo di Troia che il Partito Comunista Cinese può usare per influenzare ciò che gli americani vedono, ascoltano e, alla fine, pensano”. Il progetto Texas, concentrato sulla sicurezza di alcuni dati degli utenti statunitensi, non affronta in effetti i timori che la Cina possa utilizzare TikTok per influenzare il comportamento commerciale, culturale e politico degli americani.

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale