La guerra russo-ucraina si sta dimostrando come unica nel suo genere per aver traslato il conflitto anche sui settori mediatico e finanziario. Alla luce della recente legge ucraina sulla circolazione degli assets virtuali, molti degli ausili finanziari all’esercito ucraino sono stati inviati attraverso la tecnologia blockchain. In particolare, la piattaforma Morpher consente agli investitori di speculare sui titoli russi, negoziati su un mercato speculare ma alternativo a quello reale, senza beneficiare gli emettitori e devolvendo i profitti alle organizzazioni umanitarie che sostengono i rifugiati ucraini.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia può essere considerata come una delle prime guerre digitali in quanto ha di fatto spostato il conflitto anche sul piano mediatico (il tema è stato affrontato qui su questo Osservatorio) e finanziario. In tale contesto, le criptovalute e la tecnologia blockchain si stanno dimostrando efficaci strumenti di ausilio finanziario all’esercito ucraino. Secondo Alex Bornyakov, vice ministro ucraino per la trasformazione digitale, fin dal primo giorno dell’invasione russa, avvenuta il 24 febbraio scorso, sono stati donati oltre cento milioni di dollari in criptovalute.
Ancorché le criptovalute si siano rivelate un utile strumento per trasferire denaro rapidamente, è stata evidenziata l’opportunità di una celere regolazione del fenomeno delle monete virtuali, anche alla luce della loro scarsa fruibilità per gli acquisti quotidiani dei beni di prima necessità.
Non a caso è stata circoscritta l’esigenza di fornire il mercato delle valute digitali di regole certe ai soli token che le racchiudono, poiché per tutte le altre cripto-attività, come quelle che riguardano gli smart contracts (ad esempio, quelli di mutuo o di finanziamento), l’Unione europea è in procinto di pubblicare il Regolamento MiCA – la proposta della Commissione europea, del 24 settembre 2020, è stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 14 marzo (ne abbiamo parlato qui).
Ad un mese dall’inizio del conflitto, il Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) ha approvato una legge che consente la circolazione, nonché le relative operazioni, degli assets virtuali (Law “On Virtual Assets”, 16 marzo 2022), affidando il compito di regolarne il mercato alla Banca Nazionale dell’Ucraina – oltre che alla Commissione nazionale dei valori mobiliari e dei mercati azionari. La legge definisce “assets virtuali” come i benefici immateriali, espressi da un insieme di dati resi in forma elettronica ai quali è attribuito un certo valore. Conseguentemente, è stato rilasciato Kuna, il più importante crypto exchange ucraino che consente di acquistare – e donare – criptovalute, come Bitcoin e Ethereum. In siffatto contesto, si innesta il recente lavoro di un gruppo di imprenditori che hanno prodotto la prima criptovaluta ucraina (cosiddetta UAC cryptocurrency – www.UACoin.net) e che verrà lanciata ufficialmente sul mercato il 21 settembre prossimo, in occasione della Giornata internazionale della pace.
Nondimeno, la criptovaluta può considerarsi un mezzo efficace per supportare il popolo ucraino? Save the Children Italia ha avviato per la prima volta una raccolta fondi con possibilità di donazioni anche in criptovalute, accettando anche quelle che derivano dai progetti NFT (non-fungible token). Ma le notevoli oscillazioni del valore intrinseco di siffatti beni digitali farebbero propendere per il ricorso ad altri strumenti finanziari, soprattutto alla luce del recente azzeramento del token Luna/Ust che ha vaporizzato oltre 40 miliardi di dollari. Ciò testimonia l’elevata volatilità ed inaffidabilità del settore crypto non solo delle valute digitali bensì anche delle stablecoin ad esse connesse.
Per tali ragioni, rispetto alle criptovalute, sembrerebbe più efficace – in termini di ausilio a difesa all’Ucraina dall’invasione russa – la piattaforma lanciata dalla start-up americana e austriaca Morpher che permette agli investitori di speculare sui titoli russi, senza beneficiare il governo, aziende o oligarchi russi; tutto il profitto generato verrà devoluto alle organizzazioni umanitarie che sostengono i rifugiati ucraini. Gli assets sottostanti non vengono però mai effettivamente negoziati, consentendo agli investitori di speculare su titoli che in verità non posseggono. In sostanza, grazie alla blockchain vengono create delle copie virtuali di azioni, materie prime e valute russi il cui prezzo viene determinato a livello globale in tempo reale.
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