Continua la cyberwar dichiarata da Anonymous contro il regime di censura dei mass media attuato dal Presidente Vladimir Putin. Rubati 360 K di files secretati dall’agenzia federale russa preposta al monitoraggio della cronaca di guerra. Il gruppo anarchico di hacker attacca la Russia e incita i suoi cittadini ad aprire gli occhi su cosa accade in Ucraina e a rovesciare il regime totalitario che li imprigiona.
Propaganda e censura sono armi che da secoli sorreggono e alimentano le guerre come strumenti di controllo dell’informazione e dei sentimenti della popolazione.
La mistificazione degli orrori sul fronte di battaglia a favore di una visione esaltata dell’interventismo bellico e del sacrificio militare hanno caratterizzato le guerre degli anni passati, ove la diffusione di notizie era rimessa al giornalismo e alle reti radiofoniche e televisive.
Tali meccanismi non sono affatto estranei al Cremlino che ne sta facendo largo uso per mascherare i propri intenti espansionistici ai cittadini russi riguardo alla guerra in Ucraina, reprimendo ogni manifestazione contraria al Governo e limitando la cronaca sul conflitto in atto.
Una guerra vecchia, quella di Putin, con tattiche militari tradizionali, ma intrapresa in un mondo nuovo, un mondo digitale ove la censura rastrella giornali, trasmissioni televisive e siti internet, senza lasciare illesi neanche i social, il cui accesso è stato prima limitato e poi bloccato da Roskomnadzor, l’ente statale russo preposto al controllo delle comunicazioni e all’oscuramento dei media.
La stessa guerra di sempre in un nuovo campo di battaglia, quello invisibile del web, ove nuovi combattenti sono pronti ad impugnare le armi per la cessazione del conflitto e la libertà di informazione.
In questo contesto si colloca la cyberwar iniziata da Anonymous e da altri gruppi di hacker contro i sistemi informatici del Cremlino.
Gli attivisti informatici che si celano dietro la maschera di Guy Fawkes si sono schierati dalla parte dell’Ucraina nel conflitto che in queste ultime settimane sta sconvolgendo il mondo intero.
Già due giorni dopo l’annuncio ufficiale su Twitter dello scorso 24 febbraio, il gruppo ha rivendicato la violazione dei canali della TV di Stato russa per divulgare le immagini di quanto stava accadendo in Ucraina e scuotere le coscienze del popolo russo contro il regime di terrore e di censura attuato dal Governo in carica.
In risposta agli arresti e alla propaganda di guerra, Anonymous ha avviato delle azioni dimostrative di diverso genere, dall’invio di sette milioni di messaggi ai telefoni di utenti russi alla violazione delle stampanti militari, fino al sabotaggio dei siti web di importanti istituzioni statali, come la TASS, l’agenzia di stampa ufficiale russa.
Anche il sistema di sicurezza informatica della Roskomnadzor è stato hackerato lo scorso 10 marzo, con la diffusione di oltre 360,000 files caduti sotto la falce della censura governativa.
Un’azione che ha sottratto all’agenzia un ammontare di 820 GB di dati sulle operazioni militari in Ucraina organizzati in due blocchi: il primo riportante notizie datate al 5 marzo, il secondo costituito da due interi database riguardanti l’ufficio regionale della repubblica russa del Bashkortostan, una delle più estese della federazione, contenenti l’uno una ricerca legale modificata l’ultima volta nel 2020 e l’altro diversi dati per le risorse umane.
Le informazioni sono state riordinate messe a disposizione sul sito della DDoSecrets, fornendo indicazioni su come accedere ai dati evitando malware e truffe online. Ma non solo. Per consentire i contatti con persone russe i cui indirizzi e-mail erano stati archiviati in database, il gruppo di hacker ha creato una piattaforma che consente la libera comunicazione, incoraggiando gli utenti a diffondere la verità su quanto stia accadendo in Russia e in Ucraina.
Tale attacco alla censura russa si pone come un duro colpo alla macchina del consenso azionata da Putin, nella volontà di scardinare la gabbia di disinformazione e silenzio in cui sono imprigionati i cittadini russi.
Così come espresso nei messaggi indirizzati alla popolazione russa delle scorse settimane, Anonymous incoraggia i cittadini a prendere parte alla conversazione internazionale e intraprendere azioni di resistenza per rovesciare il Governo russo, macchiatosi di gravi crimini di guerra con l’invasione dell’Ucraina, causando la fuga e la morte di migliaia di persone innocenti.
Non resta che vedere in che modo si evolverà questa nuova terribile guerra ibrida, ove le sorti delle battaglie sono riposte anche nelle mani di nuovi soldati, anonimi pirati di internet privi di bandiera che pure si dimostrano pronti a battersi per la divulgazione della verità e per la lotta ai totalitarismi.
Per il momento possiamo solo osservare il numero crescente di documenti secretati che questi guastatori digitali continua a sottrarre al Governo russo, come i 35 mila files della Banca centrale russa che in questi giorni saranno resi pubblici da Anonymous.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale