Il 27% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale, sviluppata lungo due assi: la banda ultra-larga e la trasformazione della PA in chiave digitale. Altri fondi sono destinati dal Piano all’innovazione digitale di infrastrutture, il fisco, sicurezza, sanità pubblica, turismo e cultura, sistema scolastico e ricerca universitaria. L’Osservatorio propone una ricognizione dei principali interventi di digitalizzazione del PNRR, del loro impatto sulle amministrazioni, dei tempi di realizzazione e del confronto con misure analoghe adottate da altri paesi europei. In questo post presentiamo i programmi scolastici e la transizione digitale del personale docente. Il PNRR prevede 0,83 miliardi di euro per il miglioramento dei processi di reclutamento e formazione degli insegnanti – di cui 0,80 miliardi di euro per la didattica digitale integrata e la formazione sulla transizione digitale del personale scolastico – e 7,60 miliardi di euro per l’ampliamento delle competenze e il potenziamento delle infrastrutture – di cui 1,10 miliardi per le nuove competenze e i nuovi linguaggi.
In vista del miglioramento qualitativo e dell’ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione, il PNRR intende rafforzare e incrementare le competenze del corpo docente in servizio, non solo mediante una nuova definizione delle procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli di esso, ma anche attraverso un sistema di formazione continua in servizio. Gli investimenti in tale ambito sono volti alla promozione dello sviluppo delle competenze digitali del personale scolastico per diffondere un approccio innovativo all’educazione digitale, così da accelerare la trasformazione tecnologica dell’organizzazione scolastica e dei processi di apprendimento e insegnamento.
L’obiettivo è quello di creare un sistema multidimensionale di formazione – di circa 650.000 persone, tra docenti e personale scolastico, e 8.000 istituzioni educative – costituito da un polo di coordinamento sull’educazione digitale promosso dal Ministero dell’istruzione. A tal fine si ritengono essenziali il potenziamento della didattica digitale, la diffusione dell’insegnamento delle discipline STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics e del multilinguismo, nei percorsi scolastici e universitari. A ciò devono accompagnarsi inevitabili investimenti infrastrutturali di digitalizzazione degli ambienti di apprendimento (ne abbiamo già parlato qui).
Gli investimenti del PNRR mirano a fornire nuove abilità digitali e comportamentali e conoscenze applicative, che devono coniugarsi con una forte base culturale e teorica, mediante un metodo trasversale che avvicini al pensiero scientifico. Si intendono dunque introdurre nei curricula di tutti i cicli scolastici – e nel rispetto delle pari opportunità – lezioni, non solo frontali, dirette a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione. Si diffonderà l’impiego dei software per la scrittura e il calcolo, utilizzati nella quasi totalità dei campi disciplinari, attraverso l’introduzione, nella scuola primaria e secondaria, di corsi a base quantitativa, esemplificativi e illustrativi degli strumenti digitali da utilizzare, soprattutto per quel che concerne l’aspetto della programmazione di essi. Tutti gli studenti dovranno obbligatoriamente frequentare un corso di coding nell’arco del loro ciclo scolastico.
Per promuovere il multilinguismo verranno monitorate le abilità linguistiche e incrementati corsi e attività, che favoriscano l’internalizzazione del sistema scolastico e la mobilità di studenti e docenti stranieri.
Sarà il Ministero dell’istruzione, insieme al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e INDIRE, a gestire l’attuazione di tali investimenti.
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