Terenzio Mamiani (1799-1855) fu uno delle più eminenti personalità del movimento intellettuale protagonista del Risorgimento. Fu esule dagli Stati del Papa, poi per breve tempo impegnato in un effimero governo pontificio nei mesi concitati del 1848, quindi di nuovo esule e cittadino del Regno sardo, collaboratore strettissimo di Cavour, parlamentare eminente.
Nel gennaio 1860 Cavour lo volle ministro dell’Istruzione nel suo governo, durato però solo sino al marzo 1861, quando Mamiani fu sostituito da Francesco De Sanctis. A questo breve periodo si riferisce il brano del suo discorso alla Camera del 13 aprile 1861, che testimonia quali effetti stesse producendo l’allargamento dello Stato dovuto alle annessioni nel corpo della piccola amministrazione sardo-piemontese all’indomani immediato della proclamazione del Regno d’Italia.
Quando io entrai al Ministero, o signori, quelle che ivi si chiamano le pratiche non sommavano più di tremila circa. Sapete a quale numero …esse oggidì? A trentamila (Oh Dio!).
Egli è dunque impossibile, mantenendo il presente accentramento, di rendere assai semplice nell’ordine e scarsa nelle persone l’amministrazione presente. Del resto io non credo che gli errori di taluno impiegato, né la pedanteria o le minuzie di questo o quell’ufficio superiore o inferiore, siano le cause le quali decidono della prosperità o della decadenza della pubblica istruzione: largheggiate a più potere nei metodi, proteggete fortemente la libertà del pensiero, la varietà delle dottrine; fate che il Governo stia saldo nella guarentigia degli esami e nella debita collocazione dei gradi; scegliete soprattutto (…) professori ottimi (…), avvantaggiate la loro sorte, assicurate il loro avvenire, sottoponeteli a discipline che non offendano per nulla la loro dignità, teneteli in continuo compromesso con l’ottima istituzione dei privati docenti; e finalmente aprite scuole normali di alto e d’infimo grado, e con tutti gli errori degli uffiziali e le complicazioni interne del Ministero, l’istruzione pubblica prospererà ogni giorno di vantaggio.
Atti Parlamentari Camera dei Deputati, Legislatura VIII, sess. 1861, Discussioni, tornata del 13 aprile 1861, p. 509.