Qual è lo stato di avanzamento delle amministrazioni italiane nella pratica tecnologica? A che punto siamo? Conosciamo i dati aggregati, sappiamo quali lacune è urgente colmare e quali obiettivi considerare prioritari. Manca invece – o è approssimativa – un’analisi granulare, attenta alla permeabilità delle amministrazioni italiane rispetto le tecnologie di uso corrente. Il censimento dell’Osservatorio propone una preliminare, ma necessaria, mappatura delle tecnologie in uso nelle pubbliche amministrazioni centrali, a servizio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. L’analisi è basata prevalentemente sui dati disponibili presso i siti web delle amministrazioni interessate. Può dunque presentare lacune o mancanze – che si provvederà a colmare in una seconda fase. In questo post presentiamo l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). L’analisi include 9 casi, relativi soprattutto ad open data, ma anche ad applicazioni e procedure digitali.
L’analisi delle tecnologie (qui lo screenshot dell’indagine) in uso presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC è stata condotta mediante la consultazione del relativo sito istituzionale, nella sezione dedicata ai servizi.
I servizi, in particolare, sono distinti a seconda dei destinatari degli stessi, tra: servizi per i cittadini, servizi per le imprese e servizi per le Amministrazioni Pubbliche.
Nel corso dell’analisi sono stati complessivamente censiti 12 casi di applicazione di tecnologie, relativi a diversi ambiti di attività.
Le tecnologie open data rappresentano, senz’altro, la tipologia più diffusa, come avviene anche per altre Amministrazioni, quali il Ministero dell’Interno (ne abbiamo parlato qui), il Ministero della Difesa (ne abbiamo parlato qui) e l’AGID (ne abbiamo parlato qui).
Sul sito dell’Autorità è, anzitutto, presente un Portale dei dati aperti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, attraverso il quale è possibile a chiunque accedere liberamente ai dati in materia di anticorruzione, trasparenza e contratti pubblici gestiti dall’ANAC nell’ambito delle proprie attività istituzionali. I dati pubblicati riguardano nello specifico: i) l’elenco dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza; ii) l’elenco delle amministrazioni e degli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti alle proprie società in house (art. 192 del d.lgs. n. 50/2016); iii) l’elenco delle comunicazioni pervenute ed elaborate ai sensi dell’art. 1, comma 32, della Legge 190/2012; iv) un albo degli Arbitri della Camera Arbitrale; v) elenco dei dataset Open Data pubblicati dall’Autorità; vi) il cruscotto sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture.
Liberamente consultabile è, inoltre, l’Albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici. Tale servizio consente agli esperti di iscriversi all’Albo, nonché di mantenere aggiornati i dati relativi alla propria iscrizione ed è destinato principalmente alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini. Per iscriversi all’Albo è necessario essere in possesso di una casella PEC e di un dispositivo per la firma digitale, oltre ad essere registrati come utenti dei servizi dell’Autorità (si fa presente che, come emerge dal Comunicato del Presidente dell’Autorità del 15 luglio 2019, il servizio in questione risulta attualmente sospeso)
La maggior parte dei servizi censiti risulta, invece, ad accesso riservato. In tal caso è presente un uso congiunto di due tecnologie, vale a dire “open data” e “identità digitale” (l’utilizzo congiunto di più tecnologie è stato rilevato anche per altre amministrazioni: così ad esempio per il Ministero della Cultura, di cui abbiamo parlato qui).
Di particolare interesse risulta il sistema AVCpass (Authority Virtual Company Passport), dedicato agli operatori economici e alle stazioni appaltanti. Esso consente ai primi di creare un proprio repository con i documenti utili per partecipazione alle procedure di scelta del contraente per l’affidamento di contratti pubblici e alle seconde di procedere all’acquisizione della documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario per l’affidamento dei contratti pubblici. Per accedere ad AVCpass occorre essere registrati come utenti dei servizi dell’Autorità e richiedere la creazione di un profilo. Per quel che concerne gli operatori economici si tratta del profilo di “Amministratore OE” associato al soggetto rappresentato “Operatore economico”; per le stazioni appaltanti del profilo di “Responsabile del procedimento ai sensi del D.lgs. n. 50/2016” associato al soggetto rappresentato “Stazione appaltante”.
Ulteriori servizi ad accesso riservato sono:
- il portale relativo alle dichiarazioni di avvalimento; il relativo sistema consente la comunicazione delle dichiarazioni di avvalimento e la loro successiva consultazione. Il servizio di comunicazione è riservato ai RUP delle stazioni appaltanti e per accedervi è necessario disporre di un profilo di Responsabile del procedimento;
- i servizi alle Società Organismo di Attestazione (SOA), per il rilascio delle attestazioni da parte delle stesse; la procedura ivi prevista consente la pubblicazione sul web delle attestazioni rilasciate dalle SOA agli operatori economici, in esito ai procedimenti istruttori previsti nel D.P.R. n. 207/2010;
- il Casellario delle imprese, il quale consente la consultazione degli elenchi delle SOA qualificate e delle imprese qualificate, suddivise per regioni, categorie e classifica;
- la piattaforma di acquisizione dei Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, rivolta ai responsabili RPCT, che consente l’acquisizione dei dati e il successivo monitoraggio dei Piani.
Vi sono poi alcune piattaforme, che potremmo ricondurre nell’alveo delle “applicazioni”. Una di queste è quella dedicata al whistleblowing, vale a dire alla segnalazione da parte del dipendente pubblico degli illeciti di interesse generale di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, in base a quanto previsto dall’art. 54-bis del D.lgs. n. 165/2001 così come modificato dalla legge 30 novembre 2017, n. 179. E’ possibile includere in tale categoria anche lo Sportello Digitale Unico Segnalazione Irregolarità Gare, che consente di segnalare una sospetta irregolarità nell’affidamento o nell’esecuzione degli appalti pubblici.
Si registra, poi, un caso di utilizzo della tecnologia inquadrabile nell’ambito delle procedure digitali. Il riferimento è, in particolare, al Sistema Informativo Monitoraggio Gare – SIMOG. Si tratta di un sistema informatico, messo a disposizione delle stazioni appaltanti (in particolare dei RUP), per la gestione delle gare, a partire dalla predisposizione degli atti di gara fino al collaudo delle prestazioni erogate dai soggetti aggiudicatari. Attraverso tale sistema, inoltre, le stazioni appaltanti richiedono il codice identificativo di gara (CIG) che identifica ogni lotto della procedura di gara, nonché comunicano le informazioni richieste ex lege sul ciclo di vita dei contratti pubblici, che a loro volta vanno ad alimentare la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici.
Si registra, infine, un caso di utilizzo di pagamenti elettronici (rilevato anche per il Ministero dell’Istruzione – ne abbiamo parlato qui), con adesione al sistema pagoPA. In particolare, tramite tale servizio è possibile effettuare il pagamento degli importi dovuti a favore dell’Autorità. In questa prima versione è rivolto agli operatori economici che intendono partecipare a procedure di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi e forniture. Collegato a tale servizio è quello relativo alla Gestione Contributi Gara. Tramite quest’ultimo è possibile generare avvisi di pagamento pagoPA e di pagarli con una delle seguenti modalità:
- “Pagamento online” mediante il Portale dei pagamenti dell’ANAC, scegliendo tra i canali di pagamento messi a disposizione sul sistema pagoPA;
- “Pagamento mediante avviso”: in tale caso si utilizzano le infrastrutture messe a disposizione da un Prestatore dei Servizi di Pagamento (PSP) abilitato a pagoPA (es. ATM, home banking, tabaccai, ecc.) o l’app IO.
Le tecnologie censite sono in massima parte rivolte all’interlocuzione con soggetti terzi rispetto all’Autorità, in particolare operatori economici e stazioni appaltanti.
Quanto a chi fornisce la tecnologia, non è stato possibile rilevare tale dato.
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