Con l’adozione di una Strategia nazionale per le competenze digitali, l’Italia dispone finalmente di uno strumento che consente di far fronte, in modo organico ed integrato, ai ritardi nel processo di alfabetizzazione digitale della popolazione. Attraverso tale iniziativa le competenze digitali sembrano acquisire finalmente una priorità strategica per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Con decreto del 21 luglio 2020, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione ha approvato la Strategia nazionale per le competenze digitali.
L’iniziativa costituisce il primo esempio di strategia globale multisettoriale per le competenze digitali nell’ordinamento italiano. È stata elaborata nell’ambito del programma Repubblica Digitale, che ha l’obiettivo di contrastare le diverse forme, sociali e culturali, di divario digitale tra la popolazione.
L’adozione della Strategia si inserisce in una più ampia iniziativa promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha visto la recente costituzione della Coalizione Nazionale per le competenze e le professioni digitali, la quale aderisce alla Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione Europea.
In coerenza con quanto delineato dalla Coalizione Europea, la Strategia intende supportare lo sviluppo delle competenze digitali nel ciclo dell’istruzione e della formazione superiore e si propone di favorire l’incremento delle competenze specialistiche nel settore ICT.
La Strategia promuove al contempo l’acquisizione generalizzata delle competenze digitali adeguate alle nuove esigenze del mercato del lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico. L’iniziativa sostiene inoltre lo sviluppo delle competenze digitali necessarie a esercitare i diritti di cittadinanza e la partecipazione consapevole alla vita democratica.
L’adozione di un piano di azione organico e multidisciplinare, in grado di affrontare la questione della alfabetizzazione digitale della popolazione, costituisce un intervento quanto mai atteso per l’ordinamento italiano. Sebbene sia stata sviluppata con colpevole ritardo rispetto alla media degli altri Stati europei, la Strategia tenta in questo senso di colmare il gap esistente.
La situazione tuttavia si presenta, al momento, ancora “drammatica”.
Il Digital Economy and Society Index per il 2020 colloca infatti l’Italia al 25° posto fra i 28 Stati europei. Rispetto alla media dei Paesi UE, l’Italia registra significative carenze in relazione alle competenze digitali di base e avanzate. Attualmente si colloca all’ultimo posto per quanto concerne la dimensione del capitale umano.
Solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 anni e i 74 anni possiede delle competenze digitali essenziali di base (mentre la media europea si attesta attorno 58%), e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (33% nella media UE). Al di sotto degli standard europei è inoltre la percentuale di specialisti ICT rispetto alla forza lavoro complessiva. (si v. sul punto B.Carotti, Le confessioni dell’indice DESI, in questo Osservatorio).
L’attuale emergenza sanitaria ha reso evidente quanto le risorse digitali siano diventate imprescindibili per il funzionamento complessivo e la tenuta delle economie di mercato. Il possesso di adeguate competenze digitali costituisce un requisito essenziale per la prosecuzione del lavoro, e in generale, per l’interazione con il mondo esterno, quando tali attività siano impedite da situazioni di carattere emergenziale.
Il report Cittadini e ICT dell’Istat segnala che nel 2019, in Italia, il 76,1% delle famiglie dispone di un accesso a internet e il 74,7% di una connessione a banda larga.
Resta, tuttavia, un forte divario digitale da ricondurre soprattutto a fattori generazionali e culturali. La quasi totalità delle famiglie con almeno un minorenne dispone di un collegamento a banda larga (95,1%), mentre tra le famiglie composte esclusivamente da persone ultrasessantacinquenni tale quota scende considerevolmente al 34,0%
L’Italia presenta ancora un divario digitale molto esteso se confrontato con la media dei Paesi europei. Ciò riveste una significativa conseguenza non solo per l’accesso, la permanenza e la competitività nel mercato del lavoro, ma anche per l’esercizio di alcuni diritti e libertà fondamentali, quali l’accesso all’informazione e la libera manifestazione del pensiero.
L’adozione della Strategia costituisce un primo passaggio necessario nella direzione di un approccio strutturato e globale al tema delle competenze digitali, e consente all’Italia di riposizionarsi in coerenza con le politiche digitali già assunte dal resto degli Stati europei. L’auspicio è che la Strategia possa costituire un primo ed importante passo per una inversione di tendenza.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.