Come cambiano gli approcci dei regolatori pubblici con le nuove tecnologie? A quali condizioni la conoscenza e la razionalità possono integrare il processo di formazione delle regole? Il rapporto pubblicato dal Joint Research Center della Commissione europea individua sette linee guida per il futuro della regolazione. Dall’intelligenza collettiva alla narrazione, passando per la lotta alla disinformazione – sette sfide (e altrettante opportunità) per il futuro della regolazione.
Nel 2019 il centro di ricerca della Commissione europea – Joint Research Center (JRC) ha lanciato un nuovo, ambizioso, progetto di ricerca: “Enlightment 2.0”. L’obiettivo è avviare un dibattito ad ampio respiro sul rapporto tra scienza e regolazione. Accadde nel Diciottesimo secolo: la ragione e il pensiero scientifico ritrovarono una posizione centrale nel dibattito politico, e quindi nelle scelte dei governi. Tre secoli più tardi i governi tornando a interrogarsi sulle sfide e opportunità create dalla tecnologia.
Il progetto, articolato nel corso di più anni, ha prodotto un primo importante studio – “Understanding our political nature” – nel quale gli autori (con il supporto di un gruppo di sessanta esperti da tutto il mondo) individuano sette regole chiave per il futuro della regolazione. Ciascuna rappresenta una sfida per i poteri pubblici, ma anche un’opportunità importante per trasformare, innovandoli, gli approcci tradizionali alla definizione delle regole.
Spiccano, tra i principi del rapporto, quelli relativi all’intelligenza collettiva, al “framing” delle politiche pubbliche e all’identità. L’intelligenza collettiva può consentire ai governi di individuare soluzioni condivise per problemi collettivi, sfruttando le competenze e le idee dei cittadini. Per farlo, è necessario ripensare approcci e strumenti della partecipazione.
Il tema, peraltro, non è nuovo alle istituzioni Europee. Un rapporto di prossima uscita del centro studi del Parlamento discute proprio di intelligenza collettiva nei processi democratici. Trasformare gli approcci alla partecipazione impone il ripensamento delle strutture della regolazione pubblica. Un framing diverso può aiutare i decisori pubblici a comunicare e applicare le proprie decisioni. Ciò comporta, a sua volta, la definizione di nuovi principi e valori comuni, in particolare quelli che fanno riferimento alla trasformazione dell’identità individuale e collettiva di ciascuno di noi, tanto nella sfera privata quanto in quella pubblica.
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