Abstract
Una rilettura storico-comparata del diritto di migrare tra Otto e Novecento ne evidenzia due possibili chiavi di lettura e quattro elementi costanti. La prevalenza della sovranità statale rispetto all’esercizio della libertà di movimento e la problematicità della migrazione di massa offrono uno schema interpretativo entro il quale, pur in forme diverse, ricorrono deroghe alle garanzie costituzionali, la tendenza a regolare la disciplina per via amministrativa, la criminalizzazione dei migranti e l’utilizzo discorsivo delle migrazioni come strumento di nation building.