L’allegato alla relazione della Commissione sulla lotta alla corruzione del 3 febbraio scorso descrive progressi (e regressi) dell’Italia, illustrando come l’orbita dei “satelliti” che ruotano attorno alla corruzione nel nostro Paese, anziché allontanarsi in base alle leggi di gravitazione, è rimasta ferma negli anni. Qualche passo in avanti, molti i nodi da sciogliere.
In base alle leggi di Keplero un satellite che acquista velocità vede la propria orbita allungarsi e finisce per allontanarsi dal pianeta. Da questo assunto deriva, ad esempio, l’aumento progressivo di distanza tra Terra e Luna per effetto della forza che le maree esercitano sul nostro satellite (tema evocativo, con una nota eco letteraria: I. Calvino, La distanza della luna, in Il Caffè, n. 4, 1964, pp. 3-14, successivamente pubblicato nell’antologia Le cosmicomiche, Torino, Einaudi, 1965.
Se si volesse considerare che attorno alla corruzione tradizionale, il ricevere per sé o per altri denaro o utilità, ruotano tanti satelliti quanti sono quelli richiamati dalla Commissione europea nella sua prima relazione, allora questi, per effetto di quelle leggi, un giorno smetteranno di influenzarla. Al contrario, come l’allegato alla relazione suggerisce, le leggi di Keplero sono valide per molti Stati (la corruzione c’è ma la situazione migliora) e non per l’Italia: i satelliti della corruzione continuano a orbitarvi attorno e la tendenza all’allontanamento pare debole.
La Commissione richiama subito alcuni dati, assunti ormai come dogmatici, per svelare la pervasività del fenomeno: i sondaggi d’opinione (cittadini e imprese, nella quasi totalità, sono direttamente colpiti dal fenomeno) e il costo della corruzione in percentuale rispetto al prodotto interno lordo (sulla correttezza della stima, il Dipartimento della funzione pubblica dubitava già qualche anno fa: Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Relazione al Parlamento sullo stato dell’amministrazione pubblica 2010-2011, 2012, p. 130).
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