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Gennaio 1964, i primissimi giorni del centro-sinistra organico, a partecipazione socialista. Il vicepresidente del Consiglio Pietro Nenni, che con Aldo Moro è stato uno dei due “padri” di quel governo, si sfoga nell’intimità del suo diario di ciò che va scoprendo sulle scrivanie del potere. Un’Italia minore (ma forse non minoritaria) assedia il governo con le proprie domande di soccorso: pensione, scatti di carriera, posti pubblici, sussidi. Nenni guarda sconsolato dalla sua scrivania di Palazzo Chigi l’incalzare dell’Italietta delle raccomandazioni. Una testimonianza che colpisce.
Una nota di costume. Sono sommerso dalla pioggia delle lettere. Ognuno ha un suo caso personale, un sussidio da chiedere, un posto, la pensione, una raccomandazione. I ministri e i sottosegretari socialisti coi quali mi sono intrattenuto a lungo questa mattina si trovano nella stessa condizione. Si rimane avviliti davanti a questo modo di intendere la funzione pubblica: indifferenza per i problemi generali, interesse per il particolare. Una società da rifare.
Pietro Nenni, Gli anni del centrosinistra. Diari 1957-1966, Milano, Sugarco, 1982, p. 325 (annotazione alla data del 22 gennaio 1964)